Ci siamo, la tanto discussa riforma sul copyright è legge, ed è stata approvata dal parlamento europeo con 438 voti a favore, 274 contro e 36 astenuti.
Non sono servite le proteste, i pareri degli esperti e le tante petizioni sottoscritte in questi giorni. Ora il volto di internet potrebbe potenzialmente cambiare.

I cambiamenti non avranno effetto immediato poiché i paesi europei hanno 2 anni di tempo per adeguarsi e mettere il pratica le direttive. 
Non sarà un assestamento facile da portare a termine anche perché ogni paese ha la libertà di apportare delle modifiche in fase di implementazione.

Vediamo comunque le novità e cosa cambia rispetto al vecchio testo:

-DIRITTI EDITORI E SNIPPET (ART.11).
Approvata la possibilità, ma non l’obbligo, agli editori di trattare accordi con le piattaforme per farsi retribuire l’uso dei contenuti. Snippet brevi e descrizioni non sono protetti dal copyright e si possono condividere liberamente. Tutti gli introiti andranno spartiti con i vari giornalisti.

-DIRITTI ARTISTI E RESPONSABILITA’ PER LE PIATTAFORME (ART 13).
E’ stato riscritto l’articolo 13 prevedendo che da ora in poi saranno le piattaforme stesse a dover vigilare sui contenuti protetti da copyright.
Inoltre dovranno essere predisposti dei meccanismi rapidi di segnalazione e reclamo gestiti da persone fisiche e non da algoritmi.
Nessun utente potra essere sanzionato per queste violazioni. La piccole e medie piattaforme internet saranno esenti o avranno obblighi limitati.
Sono rimaste escluse dal controllo copyright tutte le realtà open source, piattaforme gratuite, enciclopedie come Wikipedia che non hanno fini commerciali.

Tutto questo dovrebbe essere utile alla tutela dei diritti d’autore e di tutti i contenuti che fino ad oggi sono stati usati anche impropriamente sulla rete.
Questa riforma dovrebbe imporre alle grandi identità del web, come Facebook, google, you tube, una totale responsabilità sulla pubblicazione dei contenuti
e la conseguente gestione di costi per il loro utilizzo, riconoscendo così una “tassa” agli editori e giornalisti.